La gestione dei rifiuti senza inceneritori è possibile

Il documentario “Civiltà bruciata. La terra degli inceneritori” presenta le voci di numerosi esperti che affrontano vari aspetti della materia: la produzione esagerata di rifiuti nelle nostre società; i rischi anche sanitari dell’incenerimento e il business di questa attività; le menzogne continue sulla sostenibilità (anche economica) della cosiddetta energia da rifiuti”; le potenzialità dimostrate da una seria raccolta differenziata e da politiche miranti al contenimento della quantità di materiale immesso nel mercato per finire rapidamente fra le “cose” da smaltire

‘Toxic Europe’ e’ un documentario di inchiesta che mira ad indagare le quantità, i meccanismi e i flussi del traffico di rifiuti tossici all’interno dell’Europa. Un business che in Italia, da oltre 20 anni, è uno dei principali affari della criminalità organizzata italiana e che ora, seguendo la stessa prassi dell’economia globalizzata, si estende sempre di più nel resto dell’Unione Europea.

Di seguito i video dell’Assemblea Pubblica:

Introduzione di Alessio Bartolini, Ecologisti e Reti Civiche “Per un’Altra Pistoia”

Intervento di Fabrizio Bertini, Coordinamento Comitati ATO Toscana Centro “

ZW FLORENCE ALTERMEETING: UNA “MINIERA” DI PROPOSTE, UN SUCCESSO DI PARTECIPAZIONE

Stefano Montanari – ZW Florence Altermeeting – 17 settembre 2012 Paul Connett -ZW Florence Altermeeting – 17 settembre 2012 Enzo Favoino – ZW Florence Altermeeting – 17 settembre 2012 Roberto Barocci – ZW Florence Altermeeting – 17 settembre 2012

Come smaltire l’indifferenziato: una proposta di gestione senza inceneritori.

Margherita Bologna, del forum ambientalista del PD e giornalista scientifica free lance, presenta una proposta di gestione dei rifiuti basata su un progetto di smaltimento dell’indifferenziato mediante quattro impianti di trattamento a freddo, senza utilizzare inceneritori, con un risparmio energetico complessivo quattro volte superiore.  Progetto scaricabile in fondo all’articolo.

ciò che resta della piana

E l’alternativa all’inceneritore? Non te l’hanno mai detto?    ma esiste!  Ecco Un esempio di moderno impianto a freddo di Trattamento Meccanico Biologico (TMB)! • Inceneritore da 138.000 t/anno = 135 mil.euro (spesa minima prevista dai vertici della Quadrifoglio) • Impianto TMB meno di 40 mil.euro

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Prevenzione e Riduzione dei Rifiuti + Raccolta differenziata Porta a Porta + Trattamento Meccanico Biologico (TMB) è l’alternativa valida all’inceneritore.

Rifiuti, che cos’è il Trattamento Meccanico Biologico (TMB) e come funziona?

Il Trattamento Meccanico Biologico (TMB) abbinato ad un’efficace raccolta differenziata porta a porta è in grado di rappresentare un’alternativa alla pratica dell’incenerimento, estremamente più vantaggiosa sotto ogni punto di vista che si voglia prendere in considerazione. Nel mondo esistono già 15 moderni impianti TMB ed altri 20 sono in fase di costruzione. I più avanzati sono quello di Sidney in Australia che è attivo dal 2004, quello di Amiens in Francia, Munster e Bassum in Germania e Vagron nei Paesi Bassi…. Il TMB è in sostanza un’evoluzione maggiormente performante della vecchia pratica del compostaggio, all’interno di impianti in grado di coniugare le più raffinate tecniche di separazione meccanica con il trattamento della parte organica dei rifiuti. Se utilizzato a valle di una buona raccolta differenziata che raggiunga il 60% del volume complessivo dei rifiuti, un moderno impianto TMB nel quale venga conferito il restante 40% è in grado di recuperare circa il 70% del materiale in ingresso, utilizzando sistemi di separazione meccanica sofisticati e ampiamente disponibili sul mercato, estraendo frazioni riciclabili di vetro, plastiche dense, alluminio, acciaio, carta, cartone e pellicole di plastica. La frazione organica viene invece avviata ad un trattamento anaerobico – aerobico ed il biogas prodotto durante questa fase viene sottoposto a recupero energetico, permettendo di alimentare l’impianto stesso che sarà in questo modo energeticamente autosufficiente. Eventuali eccedenze di energia possono inoltre venire cedute a terzi. La quantità finale di materiale da conferire in discarica sarà circa il 15% del volume complessivo dei rifiuti, mentre nel caso dell’incenerimento che prescinde per forza di cose dalla raccolta differenziata (che priverebbe i megainceneritori dei materiali maggiormente calorifici) il 30% della massa dei rifiuti inceneriti si trasforma in ceneri che devono essere smaltite. Il materiale derivante dal TMB sarebbe formato da inerti e composti organici stabilizzati con scarsissima potenzialità di percolazione ed emissione di odori molesti, con una potenzialità inquinante ridotta del 90% rispetto a quella del materiale in entrata, che potrebbero essere smaltiti in discariche per inerti o addirittura riutilizzati. Le ceneri derivanti dagli inceneritori sono invece rifiuti tossici che necessitano di essere smaltiti in discariche per rifiuti speciali di tipo B1. Le emissioni di anidride carbonica e gas serra di un impianto TMB sono notevolmente inferiori rispetto a quelle di un inceneritore e il trattamento meccanico biologico a differenza dell’incenerimento non introduce sostanze tossiche nell’ambiente circostante.Il costo di realizzazione di un impianto TMB ammonta a circa ¼ della cifra necessaria per realizzare un piccolo inceneritore, si tratta di un impianto meno complesso e di più veloce costruzione e la sua dislocazione sul territorio non rischia di creare problemi di ordine sociale in virtù del suo scarsissimo impatto ambientale. In Italia fino ad oggi il trattamento meccanico biologico è applicato su rifiuti scarsamente o per nulla differenziati e viene usato quasi esclusivamente per la produzione di Combustibile derivato da Rifiuti (CdR) e Frazione Organica Stabilizzata (Fos). Il CdR che potrebbe essere oggetto di successive selezioni finalizzate al recupero viene invece bruciato perpetrando uno sperpero di risorse ed energia, in quanto costituisce la materia prima per i megainceneritori. La Fos pur essendo definita materiale da utilizzare per il ripristino ambientale non è un compost di qualità in quanto costituita da notevoli quantità d’impurità derivanti dalle altre tipologie di rifiuto e viene generalmente utilizzata nel ripristino ambientale di cave, giardini, discariche, parchi e scarpate ma non può essere impiegata per usi agricoli. Eliminando il ricorso all’incenerimento ed incrementando al massimo la raccolta differenziata, anche attraverso opportuni incentivi economici, si potrebbe in breve tempo costruire un circolo virtuoso che per mezzo della costruzione di moderni impianti di TMB e della ristrutturazione di quelli attualmente usati per la produzione di CdR e Fos riesca a riciclare la stragrande maggioranza dei rifiuti, conferendo in discarica solamente una piccola parte di essi (fino a meno del 10%), oltretutto sotto forma di materiali inerti e scarsamente inquinanti. Il tutto con un costo enormemente inferiore rispetto a quello dei megainceneritori e senza avvelenare l’aria ed il suolo, con enormi benefici per l’ambiente e la salute delle persone e degli animali. Paradossalmente proprio la minore movimentazione di denaro connessa ad un sistema di questo genere lo rende scarsamente attraente per i grandi potentati economico/finanziari che prediligono opere faraoniche come i megainceneritori che permettano loro di gestire finanziamenti miliardari a proprio uso e consumo.

Sabato 6 febbraio nell’atrio del Palazzo Comunale di Sesto si è recitata l’ennesima farsa a soggetto “Ve lo facciamo bellino artistico… con il verde intorno…”

Una mostra “simpatica”

Comunicato stampa VOGLIAMO CHE LA SMETTANO DI BUTTARE I NOSTRI SOLDI IN QUESTI BALOCCHI, INUTILI EVENTI AUTOREFERENZIALI. L’INCENERITORE NON SI DEVE COSTRUIRE E NON SI COSTRUIRA’ PERCHE’ SAREBBE COME CURARE LA PIANA INQUINATA CON “FUMENTA DI PIOMBO, CADMIO, DIOSSINA E POLVERI FINISSIME” E ALTRE 200 e + SOSTANZE NOCIVE CONOSCIUTE. I RISULTATI SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, PER CHI VUOLE VEDERE. SI’ alla LA PREVENZIONE dei “rifiuti” a partire da accordi con la Distribuzione, anche sui depliants pubblicitari che dovrebbero pagare una tassa di distribuzione, alla RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA ESTESA A TUTTA LA CITTA’, A TUTTE LE CITTA’, alle PROMOZIONI ed al RIUSO DEI MATERIALI RECUPERATI, agli ACQUISTI VERDI (le Amministrazioni sono tutte inadempienti a partire da Sesto!), agli IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO EFFICIENTE, MANAGER PIU’ COMPETENTI, ad una INFORMAZIONE CORRETTA ALLA POPOLAZIONE, IMPIANTI A FREDDO ove necessario… Il 20 aprile 2009 il Comune di Sesto F.no presentò lo studio per l’inserimento paesaggistico dell’inceneritore, o “termovalorizzatore”, come impropriamente gli amministratori locali continuano a definirlo. Circa 50.000€ per i consulenti Themelis, Sbandati e Kipar, oltre i 180.000€ per gli elaborati commissionati al Dipartimento di design industriale dell’Università di Firenze, questa mostra che insiste nel discutibile spreco di risorse della città, non sappiamo quanto costa. La mostra in questione appare per quello che è: una costosa e inutile operazione di maquillage per coprire le nuove profonde ferite che verrebbero inferte dalla costruzione dell’inceneritore ad un territorio già profondamente ed estesamente malato e devastato: traffico, aeroporto, emissioni di sostanze nocive e pericolose da impianti produttivi e infrastrutturali. Vale a dire distruzione della città fisica e delle relazioni sociali che la città dovrebbe favorire e non ostacolare. Il paesaggio è un sistema di ecosistemi, impone il blocco della costruzione dell’inceneritore a un amministratore avveduto. L’impianto infatti altererebbe in modo irreversibile i flussi di materiaenergia, gli scambi ecologici, la biodiversità, la salute del territorio e dei suoi abitanti, diffondendo al contrario malattie e morti. E noi ci rifiutiamo di ammalarci, di avvelenare i nostri figli fin dall’allattamento al seno (cosa ipotizzabile da tempo, ma ora comprovata con le analisi volontarie sulle mamma di Montale) e di morire beandoci del preteso “bel vestito” dell’impianto che altro non sarebbe che una camicia di forza imposta alla Piana perché subisca senza protestare l’ incenerimento delle nostre speranze di vita. In realtà non può esserci alcun nuovo progetto nella piana e sulle colline che non sia PROGETTO TERAPEUTICO, vale a dire un progetto che contribuisca alla bonifica del territorio, alla difesa della salute, al risanamento dei luoghi comuni. Vogliamo progetti che costruiscano virtuose solidarietà nelle relazioni tra donne, uomini, natura e siano adatti ad accogliere l’altro, l’anziano, il malato, l’invalido, il migrante, il diverso… Coordinamento dei Comitati della Piana FI PO PT, Firenze 5 Stelle – Amici di Beppe Grillo, Un’altra Sesto, Comitato Civico campigiano, Circolo A. Gramsci PRC di Campi, e in arrivo, Circolo PRC di Sesto , perUnaltracittà – lista di cittadinanza, l’Altracittà – giornale della periferia

Le affermazioni dell’oncologa Patrizia Gentilini sono gravissime. Fa riferimento a falsificazioni di documenti utilizzati da pubbliche associazioni per negare gli effetti degli inceneritori sulla salute. Per occultare le nuove fabbriche di tumori. Credo che sia opportuno che un magistrato (sicuramente almeno uno leggerà il blog) proceda di ufficio per accertare la verità. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. “Sono Patrizia Gentilini, un medico, un oncologo, appartengo all’Associazione dei Medici per l’Ambiente e sono qui per spiegare il nostro comunicato stampa del 25 novembre scorso, in occasione del nostro ventennale. Vogliamo portare alla conoscenza di tutti e denunciare il fatto che sono stati modificati i risultati di studi scientifici in documenti in uso ad associazioni pubbliche, per attestare la presunta innocuità degli impianti di incenerimento dei rifiuti. Ci rifacciamo a un documento: il Quaderno N. 45 di ingegneria ambientale. Il documento a firma di Umberto Veronesi, Michele Giugliano, Mario Grasso e Vito Foà, è stato ripreso dalla Regione Sicilia e da altre Regioni, quali la Regione Toscana e altre Province in Italia. L’impatto sanitario è sviluppato a pag. 54/55 a firma di Vito Foà, nel documento sono presi in esame 4 studi, tutti riportati in maniera non corretta. In particolare per lo studio condotto in Inghilterra, di Elliot, in prossimità di 72 inceneritori, è riferito che non è stata trovata alcuna diversità di incidenza e mortalità per cancro nei 7,5 chilometri di raggio circostanti gli impianti di incenerimento e in pratica non si è riscontrata nessuna diminuzione nel rischio mano a mano che ci si allontanava dalla sorgente emissiva. Quello scritto nel lavoro originale di Elliot è esattamente il contrario, perché viene riportata, per l’esattezza, una diminuzione statisticamente significativa, mano a mano ci si allontanava dall’impianto di incenerimento per tutti i cancri: il tumore allo stomaco, al colon retto, al fegato e al polmone, quindi mano a mano che ci si allontanava dagli impianti il rischio diminuiva. Nella versione italiana è stata aggiunta una negazione in modo da capovolgere il significato del lavoro. Un altro esempio è lo studio condotto in prossimità dei due impianti di incenerimento di Coriano a Forlì e anche in questo caso è riportata solo la frase iniziale delle conclusioni, in cui si dice che lo studio non ha messo in evidenza eccessi di mortalità generale e di incidenza per tutti i tumori, è un’interpretazione molto parziale. Vi spiego come stanno le cose: lo studio di Coriano è stato condotto valutando l’esposizione a metalli pesanti, secondo una mappa di ricaduta di questi inquinanti, questa è la mappa che riguarda lo studio di Coriano (vedi video) fatta per valutare le ricadute sulla popolazione in base alle emissioni dei due impianti di incenerimento. I due inceneritori sono questi due continui al centro (vedi video) : 1) per i rifiuti urbani; 2) per rifiuti ospedalieri; è stata considerata l’emissione di metalli pesanti in aria e la loro ricaduta nel territorio. L’area più scura è dove è massima la ricaduta, poi via, via i livelli sfumano, fino a un colore giallo più chiaro preso come livello di riferimento. E’ stata analizzata la popolazione residente per circa 14 anni, dal 1990 al 2003/2004, e i risultati che ci sono stati sono stati estremamente importanti per quanto riguarda le donne. Nel grafico ho riportato l’andamento della mortalità per cancro nel sesso femminile in funzione dell’esposizione, quindi in funzione dei livelli della mappa precedente. In pratica questo è l’andamento del rischio di morte in funzione del livello di esposizione (vedi video), questo è l’andamento della mortalità per tutti i tipi di tumore nel loro complesso nel sesso femminile, che arriva fino a un aumento del 54%, questo l’andamento della mortalità per cancro alla mammella, al colon retto, per cancro allo stomaco, vedete che c’è una coerenza innegabile tra aumento del rischio e aumento del livello di esposizione, questo risultato certamente molto importante viene sottaciuto nel paragrafo che riguarda l’impatto sanitario dell’incenerimento, in modo da sottostimare questo rischio che è di fatto assolutamente di rilievo. Cosa vogliamo dire con il nostro documento e con il nostro comunicato stampa? Abbiamo voluto ricordare la nascita delll’Associazione dei Medici per l’Ambiente, che la nostra associazione ha come finalità di fornire strumenti di conoscenza al servizio di tutti i cittadini e di essere coerenti in questo, seguendo il nostro grande maestro, purtroppo scomparso: Lorenzo Tomatis che ci ha insegnato che medicina e scienza devono essere al servizio dell’uomo, della salute e non degli interessi economici. Abbiamo voluto ricordare che non è la prima volta che l’uso pure artefatto, strumentale degli studi scientifici è servito e ha costituito l’alibi per non adottare delle misure di protezione della salute pubblica, con un carico di sofferenze, di morti, malattia che si poteva evitare. Noi non vogliamo che questo si ripeta anche con l’incenerimento dei rifiuti che è una pratica assolutamente da bandire, dobbiamo riciclare, recuperare la materia e non bruciarla. Vorrei ricordare che la nostra associazione è indipendente, non è necessario essere medici, tutti possono iscriversi, potete andare sul nostro sito, tutti possono associarsi, non godiamo di finanziamenti da parte di terzi, ci autososteniamo. Nell’ambito del tema della gestione dei rifiuti, vorrei ricordare un nostro libro come strumento di conoscenza per le amministrazioni, per i cittadini, le associazioni. Nessuno di noi ha diritti, quindi non è una promozione commerciale. Come associazione siamo interessati a una variegata presenza di problemi come per esempio: telefonini, Ogm, pesticidi, inquinamento dell’aria. Problemi cruciali per la salute di tutti, siamo convinti che solo con la conoscenza, con la partecipazione e con l’impegno di tutti, si riuscirà a trovare soluzioni per la tutela della salute, della vita e del futuro di tutti noi.” Patrizia Gentilini

 

Settimana_Eur_riduz_rifiuti Innovazione per il Trattamento dei cosiddetti Rifiuti

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