Sesto città solidale

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Solidarietà-socialeLa crisi economica ha colpito tutte le famiglie, ma soprattutto quelle economicamente più deboli: quelle, e sono tante, dove è venuto a mancare il lavoro la stanno pagando maggiormente.

Riteniamo che data la gravità del momento si debba intervenire, avendo come idea guida il concetto di redistribuzione del reddito, attuabile con i seguenti interventi.

  • Ampliare le fasce di esclusione al pagamento dei servizi.

  • Prevedere periodi di gratuità temporanea per le famiglie con lavoratori in cassa integrazione o in disoccupazione.

  • Trovare nuove forme di sostegno agli affitti per le famiglie in difficoltà anche momentanea.

  • Realizzare un nuovo centro di accoglienza temporanea.

  • Pensiamo alla possibilità di attivare, magari con l’appoggio di Banca Etica, un fondo di solidarietà comunale che intervenga a favore di chi perde il lavoro e non ha ammortizzatori sociali classici.

  • Istituire un nuovo sportello per l’immigrazione, in coordinamento con le varie associazioni di volontariato.

  • Rafforzare il rapporto del comune con tutte le organizzazioni del volontariato che operano sul territorio.

 

La crisi economica ha cambiato anche la domanda di protezione sociale: anche nella nostra realtà un numero sempre maggiore di persone è sotto la soglia di povertà, sono aumentati i fenomeni di violenza contro le donne, i minori e gli anziani, e quelli di marginalizzazione sociale. Pensiamo che l’erogazione di sussidi irrisori per brevi periodi, come attualmente succede, non siano risolventi. Bisogna compiere una virata culturale incentrata sul sostegno delle potenzialità individuali, stimolando azioni e processi d’inclusione.

Occorre un’azione in campo sociale che affronti i problemi in un’ottica di solidarietà e di riallocazione strategica e innovativa delle risorse.sostegno132

Pensiamo a un servizio sociale che riacquisti una professionalità che nel tempo si è appiattita nella scarsità di risorse e divenga per l’Amministrazione un prezioso input di lettura dei bisogni e di capacità di proposta.

Esemplifichiamo, tra i tanti possibili, alcuni degli interventi che vogliamo mettere in atto:

  • la creazione di un luogo protetto e accogliente ove il genitore possa lasciare, per periodi limitati, il proprio figlio in situazioni di emergenza ( pensiamo al genitore single, privo di rete parentale, costretto a rifiutare un’occupazione temporanea);
  • -favorire l’incontro abitativo intergenerazionale (anziani con appartamenti grandi che possono ospitare studenti fuori sede, persone che hanno perso la casa per i più svariati motivi in cambio di un supporto negli impegni quotidiani);
  • favorire la creazione di gruppi appartamento, con tutele a vari livelli, per persone con problematiche fisiche e psichiche, salvandole così da istituzionalizzazioni penalizzanti dei singoli livelli di autonomia e sovente della dignità, a fronte di costi elevatissimi delle rette;
  • attivare percorsi di sostegno psicologico per persone che hanno perso la fiducia in se stessi o che palesano difficoltà di strutturazione della personalità (fenomeni frequenti nella popolazione giovanile);
  • promuovere forme di sostegno economico temporaneo in cambio di attività in campo sociale, ambientale ed educativo, debitamente organizzate e monitorate dall’istituzione comunale, anche in collaborazione con le associazioni di volontariato;
  • investire risorse, cercando anche finanziamenti in campo europeo, per l’abbattimento di delle barriere architettoniche e ponendo massima attenzione sulle opere di rifacimento di spazi e percorsi pubblici, in modo che siano realizzati veramente nel pieno rispetto della fruibilità e continuità di tutto il territorio di Sesto.

Crediamo che la parola chiave di una Sesto solidale sia “relazione”.

Vogliamo rompere la spirale di disagio e solitudine generata dall’attuale crisi economica e sociale.

volontariato2Occorre ritrovare gli spazi e gli stimoli per attivare percorsi relazionali di mutuo soccorso, partendo dalla nostra forte tradizione e dai tanti luoghi, come le case del popolo e i centri di aggregazione cattolici, oggi troppo abbandonati a sé stessi.

Pensiamo a un “forum annuale delle politiche sociali”, promosso dal Comune, che riunisca tutti i soggetti pubblici e di volontariato e che definisca gli obbiettivi e le risorse in modo integrato.

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