Prove di coalizioni virtuose

E’ ora di lavorare alle “COALIZIONI VIRTUOSE”.

parma prove di coalizioni virtuose

Da ZERO WASTE ITALY:

Note a margine della manifestazione dell’11 luglio a Parma

Prove di coalizioni virtuose

Non è stato facile portare in piazza l’11 luglio tante persone a manifestare contro l’inceneritore.
Eppure un migliaio di attivisti si sono ritrovati nell’estiva e bollente Parma per dire no alla richiesta di Iren di ampliare la capacità del forno da 130 a 195 mila tonnellate, e per ribadire il no a trasformare Parma nella pattumiera d’Italia. Più che sui numeri del corteo, variopinto, allegro, determinato, vogliamo qui ragionare sul dopo manifestazione, per trarre alcuni spunti di riflessione.

Il dato maggiormente eclatante è l’emergere evidente di una rete nazionale che conta oggi molte migliaia di convinti attivisti dispersi per l’Italia ma pronti a dare il proprio contributo anche nel solleone.
Un grande popolo potente in potenza, anche se ancora inconsapevole di sé.
E’ l’Italia che al no alle pratiche inquinanti antepone proposte alternative come la raccolta differenziata porta a porta e la tariffazione puntuale, che con dati alla mano facilmente riscontrabili, dimostra la bontà, la concretezza e l’efficacia del sistema.

A Parma il PaP sta mettendo a stecchetto il camino. Ed è la proprio la città di Parma il laboratorio nazionale dei no termo. Con il suo 70% di differenziata la città è diventata leader a livello nazionale delle buone pratiche. E’ una città virtuosa e riciclona, con relativi premi e iscrizioni ai club dei migliori. Un percorso che ha preso avvio l’indomani della vittoria del Movimento 5 Stelle, con Federico Pizzarotti sindaco e Gabriele Folli assessore all’ambiente, quest’ultimo reduce dall’esperienza di attivista in Gestione Corretta Rifiuti, l’associazione che dal 2006 lotta contro il progetto di Ugozzolo senza mai arretrare. Un percorso, quello del comune, fulmineo, che ha trasformato in pochi mesi il sistema cittadino di raccolta dei rifiuti da stradale in porta a porta spinto con infine l’applicazione della tariffazione puntuale e l’eliminazione totale dei cassonetti stradali. Un percorso che ha dimostrato l’evanescenza delle futili motivazioni dei contrari, dimostrando che i costi del porta a porta sono addirittura inferiori al sistema stradale, i guadagni per i materiali recuperati sono in forte crescita e premiano le casse comunali con il risultato di un calo drastico dei rifiuti a smaltimento, il vero goal cui oggi va indirizzata l’attenzione.

Parma,180 mila abitanti, dimostra la fattibilità del sistema e la sua efficacia, aprendo un nuovo scenario per la gestione dei rifiuti a livello nazionale. Quanti inceneritori andrebbero spenti se il resto d’Italia copiasse Parma? Sabato scorso abbiamo visto da vicino la rete dei virtuosi d’Italia.
Abbiamo visto le mamme no inceneritore di Firenze, che stanno mettendo in difficoltà l’amministrazione locale, ovviamente targata Pd, intenzionata a realizzare un nuovo camino.
Abbiamo ascoltato le parole ispirate di Patrizia Lo Sciuto, volata da Trapani a Parma per portare la solidarietà di Zero Waste anche dal Sud. Ci ha ricordato che riciclare è portare vita, incenerire è portare morte. Il corteo era aperto da due sindaci. Il padrone di casa Pizzarotti ha ribadito sul palco che la salute dei cittadini non ha prezzo e va respinto ogni ragionamento che antepone il business ai valori fondamentali come quelli dalla salubrità. Il sindaco di Rivalta Mauro Marinari vive l’esperienza del secondo inceneritore più grande d’Italia, sempre a gestione Iren, che potrebbe anch’esso raddoppiare con le facilities dell’articolo 35 dello Sblocca Italia, Rossano Ercolini, insignito nel 2013 del Goldman Prize per l’Ambiente, ha ricordato a noi parmigiani quali siano i valori fondamentali della nostra economia (parmigiano, prosciutto, bellezza e ambiente pulito) mettendo in dubbio il futuro degli stessi capisaldi con la presenza ingombrante dell’impianto che fa ombra perfino ai mulini bianchi poco più avanti.

Legambiente nazionale, con il vicepresidente Stefano Ciafani, fa ora parte della grande rete di opposizione ai forni, dopo un lungo percorso di avvicinamento. Bengasi Battisti è il presidente dell’Associazione Comuni Virtuosi, il faro per un certo modo di fare amministrazione, un nodo fondamentale della rete perché crea condivisione e legami tra amministratori.
Natale Belosi, presidente dell’Eco Istituto di Faenza, sta conducendo in porto una legge regionale di iniziativa popolare che riforma in positivo l’attuale normativa, indicando nella riduzione dei rifiuti l’obiettivo primario e premiando le amministrazioni che realizzano sui loro territori la corretta gestione deimateriali.Emanuela Baistrocchi, del Gcr di Parma, ha sottolineato l’aspetto economico di questa filiera: il mondo del riciclo ha potenzialità enormi, anche sotto l’aspetto occupazionale, e potrebbe diventare un volano per tutta la Penisola, mentre l’incenerire genera solo costi per le comunità e guadagni per i gestori.

Non sono mancati i politici, dall’Europarlamento, dal Senato, dalla Camera, dal Consiglio regionale, del Movimento 5 Stelle e del Gruppo Misto. Hanno speso parole importanti di sostegno e di impegno affinché raccolta differenziata, porta a porta, tariffazione puntuale, diventino pratica comune non solo in Italia ma in tutto il continente, per avviare quell’economia del riciclo che darebbe slancio a tutta Europa e che oggi è ingessata da interessi e lobbies. Il dato importante dell’11 luglio è la conferma che nessuno dorme su questi temi. Il movimento dei “differenziati” è forte e pronto a nuove relazioni, coaguli di nuove economie che hanno la dimensione giusta per fare un salto di qualità ulteriore. Un movimento che non bada agli steccati della politica e attraversa la penisola da sud a nord (vero Patty?), affermandosi e mettendo radici, generando positive ambizioni. Un movimento in grande subbuglio perché vivo e vegeto e capace di aggregare, interlacciarsi, aprirsi per includere, spiegarsi per convincere.

Nessun Dorma.

Perché è proprio questa l’Italia migliore.

Aldo Caffagnini

 

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